MORTE E VITA
Un giorno, un uomo, si rivolse a Donna Velata. Donna Velata era una sciamanna divinatrice.
Quell’uomo voleva sapere se sarebbe riuscito a portare a termine un importante compito che gli era stato affidato. Donna Velata si rifiutò di rispondere: se avesse rivelato la conclusione della storia, sarebbero venute a mancare quelle paure, quei dubbi e quelle tensioni indispensabili per alimentare qualunque ricerca. La certezza della riuscita come quella del fallimento avrebbero abbassato il grado d’attenzione necessario per portare a termine il compito.
Dubbi, perplessità, prove da superare trasformano la vita in una continua avventura rendendola fonte di meraviglia e d’interesse.
Piccole o grandi battaglie, perse o vinte che siano, generano vissuti. I vissuti si traducono in esperienze. Le esperienze in conoscenza.
Conoscenza di che? Conoscere cosa? Conoscere e comprendere il significato della vita.
Qual è il significato della vita?  Conoscere e comprendere.
Se chiedessimo come finirà la nostra avventura, se chiedessimo a Donna Velata se riusciremo a capire il vero significato della nostra vita, cosa ci risponderebbe?
Niente. La sciamana divinatrice non risponderebbe. Se lo facesse la vita perderebbe molto del suo senso. Chi mai, a quel punto, si ergerebbe per accettare, affrontandola, la madre di tutte le paure?
E’ questo il grande problema: affrontare la nemica che vive tra noi. Tra noi esseri umani.
Prima di qualsiasi gioia e di qualunque desiderio nasce il problema di confrontarsi con questa nemica.
Sfortunatamente, da quando l’uomo esiste, lei ha sempre vinto. Qualunque siano stati gli avvenimenti, qualunque cosa l’uomo abbia voluto creare, con le sue più alte intenzioni, spinto dalle più nobili pulsioni egli, l’uomo, ha dovuto sempre cedere parte del suo territorio, parte delle
sue realizzazioni, parte del suo successo a questa nemica: la paura.
Quanti esseri umani hanno attraversato questa manciata d’istanti che è la vita abbarbicati ad essa senza volersene staccare? E quanti hanno abbandonato la loro piccola esistenza disperatamente abbracciati solo alla loro paura? Quanti esseri umani sono ritornati ancora e ancora perché sospinti dalla sua forza?
Guardatela bene perché se vi dicesse “Avanti” voi avanzereste. Ma se vi abbandonasse voi comincereste a piangere. La sua vittoria è immensa perché lei, la paura, resta e resterà sempre quella che vorremmo vincere e che invece ci ha vinto. La sua vittoria é tale che, se ci lasciasse, ci
mancherebbe.
Ecco perché il nostro primo problema è quello di trattare con lei.
E’ il meno intelligente, il più potente, il più spaventoso e allo stesso tempo il più nascosto dei nemici. Vicino e inaccessibile. Vicino perché non fa percepire la sua presenza. inaccessibile perché, quando cerchiamo di afferrarla per sbarazzarcene, non si trova.
Che fare di questo orribile peso che in quanto esseri umani dobbiamo trascinarci?
Alla fine non si tratta veramente di “trattare”. Trattare non è possibile. Lei non da segno di sé.
Tanto stupida che non sarebbe nemmeno capace di comprendere le ragioni per le quali smettere di dominarci!
Nemica bestiale, poiché priva d’intelligenza va gestita in maniera diversa. Le azioni che ci permetteranno di vivere senza la paura sono, alla fine, molto semplici. Un nemico non percepibile va combattuto con un’arma non percepibile. Basta comprendere che l’io, il nostro piccolo io, che è ciò che ci fa ritenere separati dagli altri, è la fonte di tutte le nostre paure. L’io è la causa di tutte quelle agitazioni che ci portano lontano dal nostro centro ed è la causa di tutte le sofferenze. Non è il dolore il vero problema. ll problema è la paura del dolore. Ecco la vera sofferenza!
Se abbiamo veramente capito dove essa si annida, impariamo a guardarla con fermezza. Questo è un atto semplice, non serve nessuna violenza. Lei, la paura è violenta, lo è sempre. ln maniera occulta o evidente essa è sempre violenta. Lei violenta tutto. Non dovremmo rispondere alla violenza con la violenza. Dovremmo agire in maniera immateriale, invisibile, non tangibile.
Opporre alla paura la tranquillità. Non so se riusciremo a debellarla in questa nostra vita, ma l’importante è aver capito questo: quando la paura viene non si fugge. Lei vuole la nostra fuga. La fuga è il frutto della sua azione. L’ego che mira al possesso è una fuga. L’ego che cerchiamo di nascondere è una fuga. La violenza è una fuga. Separarsi dagli altri o dal mondo è una fuga.
Queste e altre ancora sono tutte vittorie messe a segno sistematicamente dalla paura. Ecco perché contro questo nemico ottuso ma sistematico bisogna agire in maniera semplice ed efficace.
ll segreto? Ergersi in piedi!

Altre STORIETTE RACCONTI ACCADIMENTI sono contenute nel suo blog STORIETROPPOVERE Tracce mnestiche e indizi per una biografia