SAPER DARE

Le riflessioni qui esposte si riferiscono solo apparentemente a temi diversi. Per cogliere il senso che le accomuna suggerisco una “scorsa leggera”, una breve pausa e una seconda lettura più attenta.
Avvicinandoci all’arte dovremmo occuparci innanzitutto della virtù (De).
Potremmo dire di seguire la via (Tao) solo dopo aver lavorato sulla virtù e aver mosso alcuni passi nella via stessa. La sola intenzione di farlo non basta.
Procedere nella via del Tai Chi significa conformarsi alla naturale tendenza dell’universo verso l’armonia. Per poterlo fare dovremmo armonizzare la mente prima di affrontare l’aspetto marziale (Chuan). Una volta armonizzata la mente ci attende un duro lavoro (Kung): l’armonizzazione (Xiu Lian) della mente e del corpo.
L”armonizzazione svilupperà la mente, il corpo e il coraggio (lo spirito guerriero) che consente di proseguire.
Praticato correttamente, il Tai Chi Chuan è Xiu Lian.
Proseguire nella Via rinforza le persone e consente loro di difendersi da agenti e forze interne ed esterne non desiderate.
Lo scopo deve essere chiaro, anzi molto chiaro, altrimenti, per quale ragione praticare?
Se pratichiamo in questo modo, le persone riconoscono e rispettano la nostra arte.
Per praticare il vero Tai Chi dobbiamo nutrire l’energia vitale, per nutrire l”energia vitale, dobbiamo praticare il Chi Kung.
Il Chi Kung permette la trasformazione dell’essenza (Ching) in Chi e del Chi in Shen ( energia spirituale) potenziando nel contempo la forza elettromagnetica nel nostro corpo e nel campo di forza dentro il quale il nostro corpo si manifesta.
Riassumendo: possiamo dire che chi inizia deve per prima cosa creare lo Xiu Lian per poi portarlo nella forma e nel Tui Shou, nei comportamenti, e nel vivere quotidiano.
Per praticare, specie oggigiorno, bisogna organizzarsi. Viviamo in una società che si basa sulla competizione, e apparentemente, sembra non esistano soluzioni alternative alla stressante corsa per produrre sempre più denaro e acquisire sempre più potere.
Praticando il Tai Chi, le Biospirali o altre simili arti, sia che lo si faccia per la salute, per l’arte marziale o per un’evoluzione spirituale dobbiamo sempre partire dall’aspetto interiore e dall’indispensabile rilassamento.
Alcuni insegnanti, intendo bravi insegnanti, non insegnano a tutti gli studenti la parte fondamentale dell’arte: il Chi Kung, non perché essi vogliano nascondere e tenere per sé un segreto ma, semplicemente, perché non tutti gli studenti sono in grado di capire. In questo caso la loro maestria si evidenzia nel non insegnare. Essi comunicheranno la parte esterna del Tai Chi: la parte yang, nell’attesa che il desiderio di conoscere aspetti meno evidenti nasca spontaneamente nel cuore dello studente. Anche se questo desiderio non dovesse mai presentarsi il Maestro proseguirà nell’insegnamento assumendosi il compito con generosa magnanimità. Questo è ciò che fece il Maestro Chang adattando i suoi insegnamenti all’istanza e alla sensibilità ma, soprattutto, al livello evolutivo dei suoi molti, forse troppi, studenti.
Perché il mio Maestro m’insegnò ciò che mi ha insegnato? É una questione di destino, momento, tempo e ambiente.
Per destino intendo quanto e se, nel corso della vita ci sarà data opportunità di imboccare e comprendere la Via.
Uno dei presupposti necessari sarà, oltre a quello di trovare un Maestro, se e quanta parte della conoscenza di cui è depositario egli riterrà opportuno trasferirci e, naturalmente, se saremo in grado di capirla ed applicarla. Potrebbe anche darsi che l’insegnante voglia darci qualche cosa che non vogliamo. Dipenderà dal tipo di studente che siamo e dal tipo di maestro che incrociamo nella via, dal nostro patrimonio genetico e da combinazioni ambientali e temporali. Tutto è predisposto.
ln questo senso non possiamo sfuggire al destino.

BUONE RELAZIONI

Una buona relazione è molto importante. Ritengo la relazione con il mio Maestro, una buona relazione. Gli sono grato per aver voluto darmi ciò che mi ha dato, anche se, quando rivolgo il pensiero alla strada indicatami, vengo spesso colto da un penoso senso di scoramento. Ma, ne
sono certo, anche questo era predisposto.
Ogni tempio ha il suo daimon.
Differenti Shen entrano nel tempio, nello stesso tempio, da porte diverse.
La pratica della forma e le tecniche di neutralizzazione possono trasformarsi in Chi Kung, cosi come possono trasformarsi in tecniche di neutralizzazione il Chi Kung delle Biospirali, del baco da seta (Chan Ssu Chin), delle 18 piccole sfere o d’altri metodi.
L’armonizzazione avverrà quando il corpo formerà una grande sfera Ai Chi e il principio primo troverà nella nostra forma un modo per manifestarsi.
Allora quando ci muoviamo la nostra intenzione comprende il cielo e la terra e il movimento dì queste con quello del sole e della luna, delle stelle, dei grandi spazi e di tutto l’universo.
Il Tai Chi è così grande che niente può essere al suo esterno e così piccolo che niente può essere considerato interno ad esso. Quando è in movimento si muove con il cielo e con la terra, quando si ferma rientra nel Tan Tien.
Dopo aver affrontato da angolazioni diverse il tema dell’insegnamento del Tai Chi Chuan possiamo capire quanto sia difficile, se non impossibile, parlare, comunicare o insegnare l’arte, l’essenza implicita della forma, utilizzando lo stesso linguaggio che si utilizza per descrivere la forma esplicita. Ecco quanto dice a questo proposito Gorgia: …nulla c’è, se anche qualcosa c’è non è conoscibile dall’uomo, se anche è conoscibile, non è comunicabile agli altri.
Per meglio capire come sia difficoltoso comunicare l’arte potremmo riflettere sulla lettera A. Questo segno dell’alfabeto deriva dall’ideogramma che descrive il gesto di portare il dito indice sulle labbra quando si voglia zittire o quando risulti inutile parlare.
Per ovviare a questa difficoltà del comunicare si ricorre all’esempio, alle metafore, ai miti, alle favole e alla trasmissione sottile. Questa ultima forma di comunicazione avviene quando lo studente entra in una dimensione dove più facilmente risuona l’emanazione vibrazionale del maestro. La fascinazione aiuta il raggiungimento di questo stato, condizione ideale per trasferire l’essenza delle informazioni. Bisognerà fare molta attenzione perché la fascinazione, usata impropriamente, può risultare pericolosa e deviante.
Se usata propriamente questa grazia può essere utilizzata da chi insegna per veicolare nozioni che egli sa essere importanti e necessarie e che lo studente invece non ritiene tali: una questione di chimica, di umori e di ormoni…
Lo studente si arrende con piacere a questa seduzione e allo stato che ne deriva. Questa sorta di sottile malia trasforma le nozioni così veicolate in memorie indelebili.
Ogni essere umano incarna tutte le caratteristiche della specie alla quale appartiene. La donna e l’uomo si rapportano con gli altri esseri umani attraverso la loro persona utilizzando l’aspetto e il comportamento più adatto al soddisfacimento dei loro desideri (persona deriva da per sonam, per suonare, il nome della maschera con la bocca a forma di piccolo megafono utilizzata nel teatro classico antico per comunicare con la platea).
Per chi è maestro il maestro?
Per chi è boia il boia?
Per chi è amante l’amante?
Per chi è padre il padre?
Per chi è madre la madre?
Per chi è tiranno il tiranno?
La lista potrebbe continuare e ciò che se ne deduce è che per essere ciò che siamo dobbiamo essere confermati da chi ci conferma, ci accetta o ci aversa.
Il discepolo è tale perché crea il proprio maestro, la vittima è tale perché crea il proprio boia, l’amante il proprio amato, il dominato il proprio tiranno, il figlio il proprio padre e la propria madre. Se venisse a mancare una parte, l’altra parte non sarebbe ciò che è. Lo yin non esisterebbe
senza il signor Yang. Questo principio di base, il principio primo o Tai Chi, è la legge che regola il rapporto tra gli opposti.
È stato detto: “…oh sole, che ne sarebbe del tuo splendore se non avessi qualcuno su cui risplendere… ”
I diversi tipi: maestro, allievo, amante, amato, tiranno, dominato ecc. ecc. convivono in misura diversa in ognuno di noi. Per questa ragione, a volte noi intuiamo ciò che pensano gli altri.
Ritornando alla funzione della fascinazione, quando questa non è messa in atto per fini utilitaristici o per aumentare il potere personale, s’instaura tra l’insegnante (yang) e il discepolo (yin) un flusso energetico vibrazionale che funge da messaggero efficace di conoscenze.
Poniamo che una persona abbia una forte propensione all’insegnamento e sia nella Via: gli studenti si avvicineranno attratti dal fascino dell’insegnante in misura proporzionale al loro desiderio di conoscenza. Un’attrazione che deriva da un desiderio inconscio d’interezza. È nella
natura delle cose com’è nella natura delle cose che personalità forti animate dal desiderio di assumere il ruolo di guida nello stesso gruppo si respingano. Queste personalità catalizzanti divengono, a volte inconsapevolmente, attori del principio primo che li utilizza per creare nuove
polarizzazioni e risolvere quelle situazioni dove l’energia tenda al ristagno. Essendo naturale, questo fenomeno, non va considerato come fattore negativo ma come indispensabile e necessario accadimento. L’insegnante illuminato conosce queste dinamiche; lo sa perché è nella strada e di questa strada ha percorso una parte.
Chi si trova a guidare è in sintonia con un flusso d’energia spirituale.
Chi è afferrato dal movimento della Via è trasformato in guerriero e chi lo segue viene a sua volta preso dal fiotto.
Chi insegna deve saper dare con attenzione e rispetto e deve essere disposto a sopportare la quasi inevitabile ingratitudine e malevolenza che anima chi riceve in uno stato di confusione o di debolezza, per questa ragione il fluire della conoscenza necessita di una presenza amorevole e
vigile. Chi conduce è solo un mezzo, un grumo d’energia coagulata a cui è stato affidato un compito. Chi guida dovrà farlo sino a che si sentirà in sintonia con il movimento. Se chi guida si ferma decade il suo compito e perde il diritto a condurre.

Percorsi Wu LI Primavera 2011

Altre STORIETTE RACCONTI ACCADIMENTI sono contenute nel suo blog STORIETROPPOVERE Tracce mnestiche e indizi per una biografia

M° Franco Mescola